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Le cose da sapere sulla quota di iscrizione annuale 2021

In questi giorni, sono pervenute diverse richieste di informazioni relative all’aumento della quota annuale di iscrizione all’Ordine delle Professioni Infermieristiche della provincia BAT a decorrere dall’anno 2021 approvata dal Consiglio Direttivo nella seduta del 23/12/2020 con delibera n. 248 (aumento da 63€ a 75€).

Il documento di pagamento della quota di iscrizione è stato inviato a mezzo PEC a circa 1500 iscritti che hanno provveduto ad attivarla attraverso la nostra segreteria, gratuitamente oppure a comunicarne una in loro possesso.

L’attivazione della casella PEC, ricordiamo è OBBLIGATORIA per tutti i professionisti iscritti ad un ordine professionale. Anche se non richiesta direttamente all’Ordine scrivente, è necessario comunicarla in segreteria.

QUOTA ANNUALE DI ISCRIZIONE

La quota annuale di iscrizione di fatto è una tassa. Come tutte le altre, ovviamente, non sono mai gradite e sembrano immotivate.

Entrando nel merito, condividiamo con Voi questo comunicato, allo scopo di chiarire aspetti e motivazioni che ne hanno determinato l’aumento.

Determinazione dell’importo da pagare – ultime variabili di incremento della quota:

Una parte della quota annuale di iscrizione viene versata a Roma, alla Federazione Nazionale (FNOPI) che nel 2020 ha avviato anche il Fondo di Solidarietà per gli iscritti colpiti dal Covid in servizio.

La parte che resta viene utilizzata per soddisfare le voci di bilancio, consultabili sul sito di questo Ordine, di cui l’iscritto può chiedere giusta motivazione rispondendo all’invito di partecipazione in sede di assemblea per l’approvazione.

In sintesi le quote vengono impiegate per tutte le attività e servizi che riguardano gli iscritti della provincia previste dalla legge (oggi disponibili anche con accesso multimediale)  e coprono “i costi vivi” di esercizio dell’Ente, inclusi i costi di gestione e manutenzione della sede.

Le variabili che hanno determinato l’aumento ulteriore delle quote di iscrizione sono prevalentemente legate a tutti adempimenti che rivengono dalla legge 3/2018, cioè dalla norma che ha attribuito la veste di “Ordine Professionale” al vecchio “Collegio”. Una delle tante disposizioni normative che rientrano nel processo di professionalizzazione degli Infermieri cui è obbligatorio allinearsi.

Più precisamente, le voci di spesa legate a questa norma a partire da quest’anno (dopo le ultime elezioni) sono:

  • La nomina di un Presidente dei Revisori dei Conti ESTERNO alla professione infermieristica. Questo è sicuramente una svolta importante ma che ovviamente comporta un costo, che non era previsto nel bilancio del 2020;
  • Introduzione della Commissione di Albo, che prevede l’aggiunta di sette Infermieri con attribuzioni di specifiche funzioni.
  • Ulteriore acquisto di caselle PEC (divenute obbligatorie) che saranno fornite nel corso del 2021 su richiesta dell’interessato iscritto, in regola con i pagamenti, alla segreteria.

La quota può essere pagata attraverso il bollettino postale o attraverso il c/c attraverso il codice “CBILL”. In questo caso bisognerà cercare il nostro ente (Opi Bat), purtroppo ancora inquadrato come “collegio ipasvi della provincia Barletta Andria Trani”.

Si rendo note altresì le seguenti questioni

1. La questione del rimborso da parte del datore di lavoro:

Dopo alcune sentenze sfavorevoli (una in Piemonte ed un’altra in Campania) recentemente un Giudice del lavoro, a Pordenone, ha accolto l’istanza di oltre 200 colleghi per avere il RIMBORSO della quota di iscrizione all’Ordine da parte del loro datore di lavoro pubblico che, se il rapporto di lavoro deve essere esclusivo, allora la appartenenza all’Ordine professionale (condizione indispensabile per l’esercizio della professione, cfr L.43/2006 e L. 3/2018) la rimborsa il datore di lavoro. Una sentenza preziosa, soprattutto nell’ottica del superamento del rapporto di ‘’esclusività’’: naturalmente, vanno fatte alcune considerazioni PER EVITARE ERRORI legati ad una scarsa attenzione.

a) La sentenza riguarda, ad oggi, SOLO coloro che hanno presentato il ricorso a Pordenone;

b) È una sentenza che deve ancora affrontare altri gradi di giudizio e dunque prima di poter ottenere i rimborsi quei colleghi dovranno attendere;

c) In ogni caso, qualunque sia il futuro sviluppo, su un punto vi è sempre stata certezza: si tratta di un RIMBORSO, quindi PRIMA si versa la cifra all’OPI di appartenenza e DOPO si prova a ottenere un rimborso, rivolgendosi al datore di lavoro (Pubblica Amministrazione).

Rimborso al quale, sia chiaro, poiché ad oggi resta il vincolo della esclusività per i dipendenti pubblici, anche questo Direttivo come principio è FAVOREVOLE. Per provare ad ottenere il rimborso noi possiamo, sempre su richiesta dell’iscritto, certificare le quote che sono state richieste agli iscritti negli ultimi dieci anni.

2. Il mancato ricevimento della documentazione necessaria per il pagamento della quota

Può essere legata a diversi fattori:

  • Per una piccola parte a  ritardi o smarrimenti da parte dell’ente incaricato alla consegna;
  • Indirizzo di domiciliazione dell’iscritto inesatto o non aggiornato;
  • Mancata attivazione o comunicazione della casella Pec, divenuta obbligatoria;

Al verificarsi di qualsivoglia condizione, o semplicemente per richiedere informazioni ricordiamo che è possibile contattare  la segreteria, oggi disponibile anche tramite whatsapp.

3. Si continua a ricevere la documentazione di pagamento anche dopo essere andati in pensione

È facoltà dell’iscritto di restare tale anche dopo il collocamento a riposo, per il loro piacere continuare a sentirsi parte di un gruppo professionale oppure per proseguire l’attività altrove.

È comunque in diritto di ogni iscritto, chiedere la cancellazione dall’ordine in caso di collocamento a riposo (con apposita documentazione scaricabile dal sito www.opibat.it) ma la domanda va presentata!

In caso contrario l’ordine continuerà ad inviare la documentazione di pagamento.

4. La quota di iscrizione annuale non è uguale in tutta Italia e per tutte le professioni sanitarie

Gli oltre 100 Ordini professionali italiani, pur appartenendo alla stessa categoria professionale, possono differenziarsi tra loro sul piano logistico ed organizzativo. Influiscono nella attribuzione della diversa quota principalmente il numero degli iscritti, le peculiarità territoriali, gli obiettivi programmati, la presenza dei dipendenti, la gestione della sede ed il grado di operosità dell’ente facilmente deducibile dalle voci descritte in bilancio.

Ciò che in conclusione, si vuole comunicare è che, l’aumento di 12 euro si è reso necessario. La decisione è stata adottata e deliberata dal Consiglio dopo un attenta discussione e valutazione di tutte le possibili alternative, cercando una quota di adeguamento calibrata sui nuovi costi ed adempimenti di Legge per gravare il meno possibile sugli iscritti.