Gli Ordini provinciali hanno organizzato sul territorio decine e decine di iniziative anche per rinsaldare il loro rapporto con i cittadini: “Intendiamo comunicare correttamente ciò che siamo e che rappresentiamo nella realtà di tutti i giorni agli occhi dei cittadini: la migliore risposta a posizioni che ostacolano il cambiamento e che non tengono conto dei progressi intervenuti negli ultimi anni”, dichiara Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale FNOPI.
La campagna sta avendo ottimi riscontri, grazie alla collaborazione e alla creatività messe in campo da tutti gli Ordini provinciali degli infermieri. Le immagini raccolte (visibili tutte nel filmato a questo link), pubblicate su tutti i canali a disposizione della Federazione (web e social), danno conto di numerose attività professionali che attualmente vedono gli infermieri protagonisti, anche in contesti insoliti, che vanno ben oltre il consueto scenario di ospedali e case di cura, spingendosi fino alla gestione di situazioni di massima emergenza o anche alle missioni militari all’estero.
“I nostri iscritti oggi sono chiamati a presidiare il territorio, ad accettare la sfida dell’assistenza domiciliare integrata, a mettersi in gioco anche in qualità di consulenti e liberi professionisti, e nei settori più disparati, a partire dalla prevenzione delle patologie e dalla promozione di corretti stili di vita”, spiega la presidente Mangiacavalli.
Gli infermieri rappresentati dalla campagna esercitano nelle scuole, nei centri antiviolenza così come nei campi estivi o sui luoghi di lavoro dove sono più frequenti gli infortuni; coordinano il processo di donazione di organi e tessuti; insegnano all’università; sono il punto di riferimento per i malati rari; gestiscono ambulatori e interi reparti; utilizzano strumenti tecnologici all’avanguardia, dagli ecografi di ultima generazione al telecontrollo dei pacemaker.
Offrendo questa panoramica, seppur non esaustiva, degli ambiti in cui il nuovo infermiere agisce l’obiettivo è anche essere di stimolo politico in contesti del Paese dove lo sviluppo infermieristico stenta ancora a decollare, fornendo uno strumento di analisi in più a livello territoriale a cittadini e associazioni per chiedere l’attivazione di determinati servizi, figure, ambiti di responsabilità che vedano gli infermieri protagonisti come sempre al loro fianco.
“Nel XXI secolo – spiega Mangiacavalli nel suo saluto agli infermieri iscritti agli Ordini, visibile a questo link - vedremo più comunità e servizi a domicilio, una migliore tecnologia e la cura centrata sulla persona: gli infermieri saranno in prima linea in questi cambiamenti e per questo devono imparare a essere leader perché tutte queste qualità le hanno già sviluppate e fanno parte della loro vocazione e della loro professionalità.
Significa consentire agli infermieri di lavorare utilizzando il massimo potenziale attraverso la creazione di più strutture guidate da infermieri specializzati e il rapporto mostra che l'espansione della copertura sanitaria universale si farà dipendere in larga misura dall'abilitazione e dalla formazione della forza lavoro esistente, compresi gli infermieri, per lavorare in modo più efficace. Per gli infermieri, un modo di espandere le proprie conoscenze, è la riflessione condivisa delle attività intraprese. Questo è tra i nostri obiettivi a breve termine”.
“La nostra è una professione che guarda al futuro, sempre avanti – ha affermato Mangiacavalli nel suo saluto - e ha come scopo il rapporto coi pazienti: un elemento valoriale importante sia professionalmente che per il ‘patto col cittadino’ che da anni ci caratterizza. Per noi è essenziale avere una relazione privilegiata con loro, per comprendere come ci vedono e come possiamo soddisfare nel modo migliore i loro bisogni di salute.
Si deve dare spazio al nuovo infermiere: una nuova epidemiologia richiede nuovi modelli di assistenza e, per questi, c’è il nuovo infermiere che deve essere specializzato e le sue specializzazioni codificate. Deve essere presente h24 sul territorio e il suo lavoro tutelato e riconosciuto. Ma deve essere disponibile ovunque e in tutte le Regioni senza carenze, oggi allarmanti, e in modo omogeneo, sia dal punto di vista delle responsabilità, sia da quello della formazione e dei diritti/doveri sul lavoro e nei confronti degli assistiti.
La campagna di quest’anno lo dimostra, lo fa vedere, lo fa toccare con mano senza che vi siano dubbi di interpretazione o lasciando spazio a commenti inappropriati: con un gioco di parole si vede ciò che è evidente ed è evidente ciò che si vede.
Dimostra nei fatti che ‘la sanità non funziona senza infermieri’: per noi tutto questo rappresenta una grande responsabilità, ma è anche il segno dei tempi che evolvono e del valore che la figura degli infermieri ha assunto e va via via assumendo ogni giorno che passa sempre di più”.